SITO A Col Campeggia, Comando 18a Divisione del IX Corpo d'Armata | |
Nell'autunno del 1917 le forze austro-tedesche ruppero il fronte italiano a Caporetto costringendo l'Esercito Italiano ad arretrare fino al Piave ed al Monte Grappa. Nel 1916 sul Monte Grappa si costruì la strada detta "Cadorna", per il transito di artiglierie da schierarsi sui Colli Alti a favore dell'armata dell'altopiano di Asiago, e furono eseguiti alcuni lavori difensivi, nell'eventualità, doverosamente prevista da Cadorna, di una avanzata degli imperiali da contenere o al Tagliamento o al Piave o al Mincio. Col Campeggia, posto a q. 1100 m. sulle propaggini sud del massiccio del Grappa, in vicinanza della carrozzabile "Cadorna", con il suo versante sud quasi completamente non battibile dalle artiglierie austroungariche e con la facilità di accesso di truppe appiedate e di rifornimenti logistici via teleferiche dalla sottostante Valle di Santa Felicita, assunse un importante ruolo nella catena Comando e Logistica. Praticamente da qui passavano quasi tutti i soldati ed i rifornimenti per il IX Corpo d'Armata comandato dal generale Emilio De Bono, circa 50.000 uomini. Fu sede del Comando Tattico del IX Corpo d'Armata e di una delle due Divisioni dipendenti (17a - 18a): dagli osservatori a pozzo con vista sul Monte Asolone e Colli Alti, collegati da un efficiente sistema di gallerie, venivano diretti sia i tiri delle artiglierie schierate sui vicini Colle Averto e Col Andreon, sia le operazioni delle Brigate Abruzzi e Basilicata. Oggi, sul terreno, risultano ancora evidenti gli sbancamenti per gli accampamenti dei reparti in transito, i resti degli acquartieramenti ricavati contro roccia negli slarghi della strada di accesso, i rifugi incavernati, le basi in muratura dei ricoveri, le postazioni di mitragliatrici e fucilieri, le trincee, i camminamenti, le stazioni d'arrivo delle teleferiche; un importante, completo e funzionale quartiere di guerra, oggi luogo della memoria. Numerose sono le Gallerie: la G3, scavata nel rosso ammonitico, è dotata di una lunga scalinata fino ad un pozzo di risalita all'osservatorio - la G6, la più articolata, si presenta con una serie di slarghi e con dei muri in pietra di ottima fattura; sono ancora visibili dei sacchi di cemento pietrificati all'ingresso dell'arteria franata; la G6 termina, dopo una breve scalinata, con un osservatorio a finestra al cui ingresso si nota un grafito riportante la data 23.8.1918. Interessante anche un tratto di trincea coperta con osservatorio. Da questo sito, nel 1999, è partita l'opera della nostra Associazione, in seguito perfezionata e seguita dalla Protezione Civile di Romano d'Ezzelino. |